Non esiste capitale al mondo appartenente a due continenti e passare, in un batter d'occhio, dall' Asia all' Europa, rimanendo pur sempre ad Istanbul, l'ho trovato sensazionale.
Siamo partiti da Fiumicino, con la compagnia aerea Turkish Airlines, buon servizio e gadget per i bambini.
Siamo atterrati nel nuovo aeroporto di Istanbul, inaugurato da pochissimi mesi, ed è l'aeroporto più grande al mondo.
Siamo atterrati nel nuovo aeroporto di Istanbul, inaugurato da pochissimi mesi, ed è l'aeroporto più grande al mondo.
Un aeroporto enorme, tantissimo personale, non ancora ultimato nei dettagli, ma rende perfettamente l'idea della sua maestosità.
Mi ha colpito il numero dei chioschi per il cambio della moneta. Consiglio quelli verso l'uscita dell'aeroporto, avevano il cambio più favorevole ,rispetto ai chioschi vicino ai rulli per il ritiro valigie. Ovviamente in centro città il cambio era ancora più conveniente.
Per arrivare a Sultanahmet, ci sono dei pullman nuovissimi, della compagnia Havaist che in 40 minuti, senza traffico, arrivano in centro e viceversa.
Banchina 20 dell'aeroporto di Istanbul per Sultanahmet |
Il biglietto lo si acquista, solo tramite la Istanbul kart, nelle macchinette al piano sottostante l'uscita dell'aeroporto, tra l'altro il percorso è ben segnalato (costo € 1, più la ricarica a piacere).
Banchina 20 per Sultanahmet. Il costo del tragitto Aeroporto IST-Sultanahmet è di 18 lire turche a persona (circa € 3). La card è valida per tutti i mezzi pubblici, traghetti di linea compresi. Sul sito della Havaist ci sono gli orari e le varie destinazioni.
Hotel scelto Basileus Hotel, proprio nei pressi della Basilica di Santa Sofia e della Moschea Blu. Hotel grazioso, con personale gentilissimo e accogliente. Vi dico solo che, quando siamo ripartiti, abbiamo dimenticato il cellulare in taxi ed i ragazzi della reception ci hanno aiutato a recuperarlo, rintracciando il driver e, facendocelo portare in aeroporto. Questi per me sono gesti impagabili.
La struttura, sebbene graziosa, ci ha dato l'impressione di un hotel un pochino in decadenza (sebbene le recensioni su Tripadvisor lo consideravano eccezionale).
La struttura, sebbene graziosa, ci ha dato l'impressione di un hotel un pochino in decadenza (sebbene le recensioni su Tripadvisor lo consideravano eccezionale).
Sistemate le valigie ci incamminiamo verso la Moschea Blu, passando per l'Ippodromo con il suo obelisco, le due colonne e la fontana tedesca.
L'ippodromo, per i bizantini, era il luogo ove divertirsi correndo con le bighe.
L'ippodromo, per i bizantini, era il luogo ove divertirsi correndo con le bighe.
Ippodromo |
Iniziamo a sgranocchiare delle castagne arrostite (20 castagne Euro 6) e le bimbe 2 panini con wurstel (Euro 1 l'uno), venduti dai tanti banchetti sparsi sulla piazza, mentre continuiamo a scattare foto all'impazzata.
Basilica di Santa Sofia |
Camminiamo verso il Palazzo Topkapi e, tra i vari negozietti di abbigliamento, ci facciamo prendere la mano con i primi acquisti.
Caratteristico lo spettacolino dei rivenditori del gelato, i quali, manipolavano la cialda del cono e le creme, con simpatiche acrobazie.
Proseguiamo a perlustrare la zona, le vie sono piene di ristorantini, e, in alcuni, le donne, in vetrina, impastano la "Pida", la caratteristica pizza turca.
Attraversiamo il ponte di Galata, arriviamo all'omonima Torre e gironzoliamo per le viuzze, negozietti e localini del vecchio quartiere. Davvero suggestivo!
La mattina seguente, in trepida attesa, la tappa obbligatoria è la visita alla Moschea Blu.
Per accedere al suo interno, le donne devono indossare un velo o un foulard per coprire il capo e tutti devono accedere rigorosamente scalzi. All'entrata ti forniscono dei copri calzini e un sacchetto di plastica, per metterci le scarpe.
Per accedere al suo interno, le donne devono indossare un velo o un foulard per coprire il capo e tutti devono accedere rigorosamente scalzi. All'entrata ti forniscono dei copri calzini e un sacchetto di plastica, per metterci le scarpe.
L'entrata è gratuita. Purtroppo essendo la moschea in ristrutturazione, poco abbiamo potuto vedere, motivo in più per ritornarci a fine lavori. Non vi sembra?
Siamo stati anche piuttosto fortunati a capitare nel periodo del Festival dei tulipani, che avviene, ogni anno, nel mese di aprile.
L'obiettivo del Festival, oltre a rendere la città colorata e vivace, e quello di ricordare che, i tulipani, sono arrivati in Europa dalla Turchia, tra l'altro anche simbolo della nazione.
Santa Sofia ed il Festival dei Tulipani |
Passiamo alla Basilica di Santa Sofia, dopo circa 15/20 minuti di coda. (Costo € 10 ciascuno).
Interno Basilica di Sanata Sofia |
Bellissima ed immensa da vedere, anche se dall'esterno, è decisamente più suggestiva.
Sempre in zona visitiamo la Cisterna Basilica, una struttura sotterranea, risalente all'età bizantina, eretta da 336 colonne di marmo e granito. La cisterna originariamente, fu costruita allo sopo di immagazzinare l'acqua destinata al Gran Palazzo di Bisanzio.
E proprio qui, nella Cisterna, che io e le gemelle, ci lasciamo travolgere da un vezzo femminile, facendoci immortalare in vestiti d'epoca, con tanto di veli, ventagli e mandolino.
Ritorniamo nel XXI secolo e ci dirigiamo al Gran Bazar, incastrati, incessantemente, da flotte di folla. Si, perché Istanbul è proprio così, sciami di folla, in tutte le direzioni e a tutte le ore.
Il Gran Bazar, ormai è un luogo turistico, una gallerie di vie con tanti negozietti, che vendono di tutto. Mi ha ricordato il Bazar di Marrakesh, anche se quest'ultimo è molto più piccolo.
In quel labirinto di vicoli, riusciamo stranamente a mantenere l'orientamento, e ci immergiamo in un'altra area commerciale, adiacente al Gran Bazar che degrada verso il mare, anch'essa gremita di gente, negozi, locali vari e bancarelle di ogni tipo.
Mercato delle spezie |
Passiamo per la nuova Moschea ed il mercato delle spezie e risaliamo il settimo colle di Istanbul per raggiungere l' imponente Moschea di Solimano.
Mercato delle spezie |
Mercato delle spezie |
Moschea di Solimano |
Moschea di Solimano |
Anche qui, ci togliamo le scarpe, ammiriamo la maestosità degli interni, e ci godiamo la camminata sui tappeti morbidi della moschea.
L'esterno ha una veduta spettacolare sul Corno d'Oro e sulla sponda dove erge la Torre di Galata.
Ovviamente la giornata è stata piuttosto impegnativa e ci meritiamo proprio una bella pausa al Mimar Sinam Terrace, un ristorante, caffetteria, gelateria con una terrazza panoramica sulla moschea e sul Corno d'Oro.
Ordinati dei dolci tipici e, sotto pressione dalla gemelle, ci fumiamo pure del narghilè, tanto per folclore.
Il giorno seguente ci imbattiamo nella crociera sul Bosforo, con il traghetto di linea (Sehir Hatlari).
Scegliamo il tragitto lungo, che parte dal molo di Eminonu, tutte le mattine alle h 10.35, percorre gran parte del Bosforo per un'ora e mezza, facendo a zig zag tra la sponda europea e quella asiatica, tra antichi palazzi ottomani e fortezze fino a raggiungere un piccolo villaggio di pescatori ad Anadolu Kavagi (quasi sul Mar Nero, sponda asiatica), per poi, dopo tre ore di sosta ritornare indietro.
Crociera lunga sul Bosforo |
Scegliamo il tragitto lungo, che parte dal molo di Eminonu, tutte le mattine alle h 10.35, percorre gran parte del Bosforo per un'ora e mezza, facendo a zig zag tra la sponda europea e quella asiatica, tra antichi palazzi ottomani e fortezze fino a raggiungere un piccolo villaggio di pescatori ad Anadolu Kavagi (quasi sul Mar Nero, sponda asiatica), per poi, dopo tre ore di sosta ritornare indietro.
Palazzo Dolmabahce |
Fortezza Rumeli Hisari |
Noi abbiamo scelto di fare il solo biglietto di andata e di rientrare con gli autobus, per goderci la sponda asiatica di Istanbul. Rimanere fermi al villaggio tre ore ci sembrava eccessivo.
Costo del biglietto per la sola andata circa € 2.5 ( 15 lire turche) a persona.
Ad Anadolu Kavagi abbiamo pranzato in un ristorantino delizioso.
Per due porzioni di pollo, le patatine, un pesce in griglia accompagnato da un' insalatina mista, delle alice fritte, i calamari fritti e 4 lattine di Coca Cola, abbiamo speso in totale solo € 18,00. Davvero allucinante!
Per due porzioni di pollo, le patatine, un pesce in griglia accompagnato da un' insalatina mista, delle alice fritte, i calamari fritti e 4 lattine di Coca Cola, abbiamo speso in totale solo € 18,00. Davvero allucinante!
Dal villaggio parte un autobus il N 15 che percorre un tratto della sponda asiatica, scendiamo alla fermata Kanlica ed assaggiamo il loro rinomato yogurt.
Riprendiamo l'autobus, questa volta il 15T, che ci porta ad Uskudar, dove prendiamo la Metro (Marmaray) e ritorniamo sulla sponda Europea, passando sotto lo stretto del Bosforo.
Non ci facciamo mancare qualche altro acquisto.
Anche qui, la sensazione di passare nel tunnel sottomarino più profondo al mondo, mi elettrizza e, per di più, stavamo attraversando due continenti, rimanendo nella stessa città.
La mattina successiva decidiamo per una passeggiatina nei giardini del Palazzo Topkapi e, per nostra fortuna, "becchiamo" il periodo della fioritura dei tulipani. Uno spettacolo meraviglioso.
Giardini di palazzo Topkapi |
A questo punto, il meglio di Istanbul lo avevamo visitato ed ero alla ricerca di qualche chicca da scoprire. Da un blog di viaggi, avevo letto di un quartiere moderno sulla sponda asiatica, Kadikoy, decidiamo, così, di farci un salto.
Ritorniamo al molo di Eminonu e prendiamo il traghetto di linea per Kadikoy (I traghetti di linea per i vari quartieri della città passano frequentemente, quindi i tempi di attesa sono rapidi).
Kadikoy si raggiunge con circa 15/20 minuti di navigazione sullo stretto del Bosforo.
Sempre suggestiva la veduta dal traghetto quando ci si allontana da Sultanahmet.
Kadikoy si raggiunge con circa 15/20 minuti di navigazione sullo stretto del Bosforo.
Sempre suggestiva la veduta dal traghetto quando ci si allontana da Sultanahmet.
Approdati sulla sponda asiatica, siamo subito catapultati tra la folla di gente, che si dirige dappertutto.
Mercato di kadikoy |
Kadikoy, essendo un quartiere moderno, è frequentato da una miriade di giovani e rinomato per i molteplici localini e lo street food.
Un saliscendi gremito di gente, negozietti e mercatini.
Mercato di kadikoy |
Non sapevamo dove guardare. Facciamo una sosta in un localino che vendeva solo cozze, e decido per 10 molluschi solo per me. Una delizia assoluta, belle piccanti e condite con un po' di pan grattato.
Ne ordino altre 10 perché sono troppo golosa, sebbene mi baleni in mente, il timore di una bella indigestione, ma li per li, non me ne importa niente.
Fortunatamente nessuna conseguenza.
Poi altra sosta per soddisfare il palato delle gemelle, con una bella pizza cotta a legna, poi ci fermiamo nuovamente per il gelato e, decisamente sazi, ritorniamo a Sultanahmet.
A Sultanahmet passa un tram che collega questo quartiere al quartire Taksim, passando per il ponte di Galata.
Ponte di Galata |
Il ponte di Galata è uno degli ennesimi ritrovi di Istanbul. Lungo il molo, sono ancorate svariate barche che vendono il famoso panino con il pesce ed insalata, il Balik Ekmek (Euro 1).
Consiglio di prendere questo tram moderno che attraversa Sultanahmet, scendere alla fermata Kabatas e prendere la funicolare adiacente che porta a piazza Taksim.
Piazza Taksim |
Qui parte il tram storico e turistico rosso, che percorre tutta la Istiklal Kaddesi, altra arteria commerciale famosissima ad Istanbul, con i classici brand internazionali e tanti locali per mangiare.
Come farci mancare un giretto sul tram rosso?
Sebbene procedesse a passo d'uomo, è stato comunque caratteristico per il suo aspetto un po' retro' e sopratutto ci siamo evitati il lungo tratto della I. Caddesi a piedi.
Le gemelle, tra l'altro, si divertivano a vedere i più atletici aggrapparsi al volo alla maniglia della pensilina, nel mentre, la voce del "muezzin" cantava per richiamare i fedeli alla preghiera.
Minareto |
Ritornando al tram storico rosso, fa capolinea alla fine della Istiklal Kaddesi, vicino alla Torre Galata e anche qui ci prendiamo una pausa culinaria in una caffetteria (Espressolab).
Ultimiamo la serata, prendiamo la funicolare, nella zona Galata ed il tram per Sultanahmet.
Il nostro viaggio si è concluso. Quattro giorni intensi, grandi scarpinate, grandi mangiate e grandi emozioni.
Si, grandi emozioni perché Istanbul, o per rievocare i suoi nomi storici: Bisanzio, Nuova Roma e Costantinopoli, è una città che mi ha appassionato, impressionato, sconcertato, per i suoi minareti che svettano in cielo, per i "muezzin" che richiamano con quel canto malinconico i fedeli alla preghiera, rimbombando per tutta la città. Per i gabbiani che sorvolano le cupole maestose delle moschee ed il loro garrito. Per i suoi sette colli (come Roma), dove ergono le moschee, visibili dappertutto. Per la magnificenza e l'importanza storica del Corno d'Oro e dello Stretto sul Bosforo, che mi hanno rievocato i vecchi testi di storia e le antiche civiltà (greci, romani, bizantini, ottomani e turchi). Per il passaggio, in pochi minuti, dal continente europeo a quello asiatico, pur rimanendo sempre nell'antica Bisanzio. Per il pullulare della gente, dovunque, a qualunque ora e di qualunque razza ed età. D'altro canto Istanbul conta circa 15 milioni di abitanti, (Roma e provincia poco meno di 5 milioni). I colori ed i profumi delle spezie e della frutta; gli odori delle specialità culinarie turche, i banchetti che vendono cibo dappertutto, le lampade di tutti i colori, le pashmine, i tappeti ed i gioielli del Gran Bazar. La cordialità e la disponibilità del popolo turco e, sopratutto, i loro modi affabili, riescono a trasmetterti fiducia e ad abbattere i pregiudizi.
Prima di partire, si sa, essendo un territorio a rischio, qualche dubbio se prenotare o meno, ci è venuto, sopratutto perché' abbiamo due bambine, ed anche qui, vorrei spendere due parole sulla sicurezza. Istanbul è una città molto controllata, ho visto sempre tanta polizia in giro, senza infastidire o turbare. Ovviamente l'attentato del 2016 ha ridotto drasticamente il turismo, sopratutto Europeo, sebbene a forte rischio, ci siano anche altre capitali del nostro continente, che non sono state penalizzate, così tanto, come la Turchia.
Ho già tanta nostalgia!
Espressolab in Istiklal Kaddesi |
Ultimiamo la serata, prendiamo la funicolare, nella zona Galata ed il tram per Sultanahmet.
Il nostro viaggio si è concluso. Quattro giorni intensi, grandi scarpinate, grandi mangiate e grandi emozioni.
Si, grandi emozioni perché Istanbul, o per rievocare i suoi nomi storici: Bisanzio, Nuova Roma e Costantinopoli, è una città che mi ha appassionato, impressionato, sconcertato, per i suoi minareti che svettano in cielo, per i "muezzin" che richiamano con quel canto malinconico i fedeli alla preghiera, rimbombando per tutta la città. Per i gabbiani che sorvolano le cupole maestose delle moschee ed il loro garrito. Per i suoi sette colli (come Roma), dove ergono le moschee, visibili dappertutto. Per la magnificenza e l'importanza storica del Corno d'Oro e dello Stretto sul Bosforo, che mi hanno rievocato i vecchi testi di storia e le antiche civiltà (greci, romani, bizantini, ottomani e turchi). Per il passaggio, in pochi minuti, dal continente europeo a quello asiatico, pur rimanendo sempre nell'antica Bisanzio. Per il pullulare della gente, dovunque, a qualunque ora e di qualunque razza ed età. D'altro canto Istanbul conta circa 15 milioni di abitanti, (Roma e provincia poco meno di 5 milioni). I colori ed i profumi delle spezie e della frutta; gli odori delle specialità culinarie turche, i banchetti che vendono cibo dappertutto, le lampade di tutti i colori, le pashmine, i tappeti ed i gioielli del Gran Bazar. La cordialità e la disponibilità del popolo turco e, sopratutto, i loro modi affabili, riescono a trasmetterti fiducia e ad abbattere i pregiudizi.
Prima di partire, si sa, essendo un territorio a rischio, qualche dubbio se prenotare o meno, ci è venuto, sopratutto perché' abbiamo due bambine, ed anche qui, vorrei spendere due parole sulla sicurezza. Istanbul è una città molto controllata, ho visto sempre tanta polizia in giro, senza infastidire o turbare. Ovviamente l'attentato del 2016 ha ridotto drasticamente il turismo, sopratutto Europeo, sebbene a forte rischio, ci siano anche altre capitali del nostro continente, che non sono state penalizzate, così tanto, come la Turchia.
Ho già tanta nostalgia!
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